LETTERA AI SOCI

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  • Data di creazione 15 Gennaio 2022
  • Ultimo aggiornamento 15 Gennaio 2022

LETTERA AI SOCI

Roma, 02/01/2022

Caro Socio A.Ra.C., caro Volontario R.N.R.E.

Nel tempo dei Social Network dove Internet fornisce agli utenti della rete un punto d’incontro virtuale globale dove scambiarsi messaggi chattare, condividere foto, video ecc., vi sembrerà anacronistico leggere ciò che sto scrivendo.

Si sto parlando di noi, noi soci A.Ra.C. e Volontari R.N.R.E. pochi baluardi rimasti ancora a sostegno di questa associazione nata nel lontano 1984 e che danno il vero senso di ritenersi orgogliosamente ancora OM e volontari di Protezione Civile a tutti gli effetti.

Purtroppo anche noi con l’avvento delle nuove tecnologie stiamo diventando dei premi bottoni o sfioratori di touchscreen indolenti, avendo perso il gusto della ricerca, l’autocostruzione applicata e la relativa sperimentazione in tutti i campi del Radiantismo.

In effetti ancora oggi il significato del termine Radiantismo può essere associato: allo studio, passione, severa applicazione, autocostruzione, capacità di operare e mantenere i propri apparati con competenza e cognizione di causa.

Rispetto al passato quando chi veramente interessato alla radio si formava presso OM di lungo corso, dove maturava tutto il bagaglio di esperienze tecniche pratiche necessarie, che gli permettevano di affrontare preparato questo mondo. Di tutto questo oggi resta solo uno sbiadito ricordo, sono cambiati anche gli interessi. Infatti per la maggioranza degli odierni appassionati gli argomenti di primaria importanza pare siano rimasti solo:

Travisare la sana competizione che dovrebbe essere con se stesso, trasformandola in una battaglia contro qualcuno.

L’apparato di ultima generazione.

Osannare con egocentrismo i collegamenti avuti con le stazioni agli antipodi.

La febbrile attesa della cartolina colorata a conferma dell’avvenuto collegamento.

Provate a discutere con un giovane questi argomenti, noterete dopo un primo momento di curiosità, un’ovvia scontata e disinteressata reazione, probabilmente non lo esprimerà palesemente ma quello che penserà sarà:

Tutto questo impegno finanziario e di tempo per rincorrere così puerili soddisfazioni!”

Cose strane, di altri tempi!

Lo stesso giovane, o l’OM finalmente coinvolto materialmente nello studio, costruzione e sperimentazione di una qualsiasi realizzazione inerente il nostro hobby, dimostrerà invece interesse, di questo ne sono convinto.

Dopo questa premessa ritorniamo in argomento, cosa scoraggia normalmente e blocca sul nascere il proposito di voler sperimentare un’antenna di cui tanto si è sentito parlare e che finalmente si è riusciti ad entrare in possesso dei dati tecnici di costruzione faticosamente ricercati in rete o su manuali di montaggio, oppure personalmente progettata tramite i numerosi programmi software di calcolo dedicati. Intendo comunque antenne di concezione convenzionale e non certamente modelli ad altissima tecnologia, quasi sicuramente: l’indolenza, preferendo prodotti commerciali pronti anche se d’infida qualità, fidandosi ciecamente delle caratteristiche annunciate spesso volutamente enfatizzate dal costruttore. Incertezze del risultato causa impossibilità di effettuare misurazioni o esserne in grado, con affidabile strumentazione di controllo. Costi e reperibilità dei materiali con cui

realizzarla, ma soprattutto per l’effettiva difficoltà di realizzazione della meccanica di supporto necessaria!

Come meccanica di supporto mi riferisco a tutti quei componenti meccanici indispensabili nella costruzione di un’antenna che non sono normalmente reperibili in commercio nelle misure e forme necessarie quali: piastre, culle, cavallotti, crociere, staffe, isolatori, squadre ad L, ecc.

Dove per la loro realizzazione è richiesta una minima preparazione in meccanica e la possibilità di accedere all’indispensabile utilizzo di macchine utensili e non certamente del solo trapano.

Passando alle dolenti note, come si è intuito sin dalle prime frasi di questo articolo, la mia è una esortazione affinché la sperimentazione venga incentivata, anche perché è l’unico modo di salvaguardare il lato tecnico del radiantismo, sia da stimolo prima di tutto verso noi stessi; ma che possa avere anche un effetto attrattivo soprattutto verso le nuove generazioni anche di sesso femminile, (abbandonando quella pletorica ingessata impostazione maschilista del settore) a cui delegare domani un movimento vivo, motivato, non amorfo se non addirittura agonizzante!

Purtroppo però quello che normalmente resta l’ostacolo principale che non fa scattare in noi il desiderio di sperimentare nuove soluzioni è sicuramente l’errata consapevolezza di sentirsi appagati dai risultati finora raggiunti abbandonandosi inconsapevolmente ad una passiva inerzia! Queste motivazioni visto l’indirizzo dell’articolo sono riferite in questo caso alle antenne, agli apparati ai modi di trasmissione, ma potrebbero essere applicate a tutti gli altri argomenti settoriali eventualmente esaminati.

E’ ovvio che per avviare un processo innovativo bisogna abbandonare preconcetti ed indolenze maturate e buttarsi con convinzione e perseveranza verso nuove mete, magari interagendo per un unico intento, con un motivato lavoro di squadra.

per questo motivo noi dell’A.Ra.C. abbiamo pensato ad un Team che metta a disposizione esclusiva dei soci, conoscenze tecniche, meccaniche e strumentazione, realizzando corsi tecnici di autocostruzione ed installazione antenne, anche video corsi, vista la situazione pandemica attuale, studio delle soluzioni tecniche della gestione di una sala radio, aiuto nelle configurazioni dei software per le trasmissioni digitali e qualunque altro problema tecnico sia di interesse comune.

Vuoi collaborare con noi? Vuoi far parte del Team?

A breve realizzeremo un primo corso sulla realizzazione delle antenne filari, allora ti aspettiamo, contattaci che aspetti.

Alessandro IW0EWI

+39 3355228829

alessandro.diponio@gmail.com

 

Author: ludovica